“Invasione di topi all’aeroporto di Lamezia Terme”

La denuncia del Sap di Catanzaro: “Fatto segnalato da più di un anno agli organi competenti”.

“Non siamo di fronte ad alcun remake della serie televisiva di successo negli anni ’80, né fortunatamente di fronte all’inquietante invasione di rettili extraterrestri, ma solo della poco meno allarmante occupazione dell’aerostazione lametina da parte di roditori di provenienza locale. E dire che se l’incremento delle presenze nello scalo lametino fosse stato annunciato dalla Sacal o dall’Assessorato Regionale al Turismo, sarebbe stato accolto come un risultato sensazionale ed incoraggiante. Peccato che a divulgare la sconcertante notizia è stata la locale Segretaria Provinciale del S.A.P. (Sindacato Autonomo di Polizia) e che le presenze sinistre (considerato il loro squittio si avverte prevalentemente nelle ore notturne) alle quali ci si riferisce siano quelle dei topi anziché dei turisti o dei passeggeri in transito”. Così si legge in una nota del Sap di Catanzaro.

“L’incuria e lo stato di semiabbandono di alcune aree del Lamezia Airport – continua la nota – e soprattutto di quelle che ospitano gli Uffici della Polizia di Stato, ha naturalmente favorito il proliferare di questi indesiderati visitatori che albergano ormai stabilmente nelle controsoffittature mal rattoppate dello scalo dalle quali fanno capolino e scorrazzano liberamente attraverso le numerose condutture in disuso. La criticità è stata segnalata da più di un anno agli organismi competenti che oltre a qualche operazione di maquillage low cost non ha ancora energicamente e risolutamente affrontato la problematica, nonostante pare che la Sacal abbia da tempo stanziato dei fondi per rendere sufficientemente decorosi, salubri e sicuri gli Uffici della Polizia di Stato. Il Sindacato Autonomo di Polizia oltre ad aver per l’ennesima volta sollecitato alle Autorità un risolutivo intervento, qualora l’inosservanza delle più basilari disposizioni normative in materia di salute pubblica sul luogo di lavoro dovesse protrarsi, sarà costretta ad interessare dapprima l’ASL territorialmente competente e conseguentemente adire tutte le vie istituzionali a tutela della categoria che rappresenta”.

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