Roma: cane piagato e topi morti nell’acqua – non è maltrattamento

Tre mesi (teorici) di arresto per violazione dell’art. 727 del Codice Penale, ovvero il comma relativo alle inidonee condizioni di detenzione.
Eppure dopo l’intervento avvenuto nel 2009 in via Gildone, nell’estrema periferia orientale di Roma, il reato contestato a seguito dell’intervento delle Guardie Zoofile dell’ENPA di Roma, era stato quello di maltrattamento.

Il magistrato, forse, ravvisata la similarità delle fattispecie contemplate sia dal 727 che dal 544/ter deve aver optato per il reato minore. Questo sia a garanzia dell’imputato ma anche per evitare che il Tribunale del Riesame potesse ritenere insufficienti le motivazioni del sequestro e disporre la sospensione della misura cautelare.

Quello che è importante, però, è che la cagnetta sia andata ormai da tempo in felice adozione.

A.A., il romano di 65 anni del quartiere Lunghezza di Roma è stato, comunque, condannato a pagare le spese processuali ed a risarcire le parti civili. Per l’arresto, si tratta di un provvedimento che lascia il tempo che trova. Arresto, infatti, viene inteso per i reati contravvenzionali come il 727. Reclusione, invece, per i reati delitto, come il maltrattamento. La prigione, però, si palesa solo per previsioni minime di 4 anni. In entrambi i reati, già le previsioni massime sono di molto inferiori ai quattro anni. Appena un anno per il 727, e 18 mesi per il 544/ter (maltrattamento). Quest’ultimo con un aumento di pena della metà se, dalla condotta messa in atto, ne scaturisce la morte.

Il cane (vedi foto) sequestrato grazie all’intervento delle Guardie Zoofile dell’ENPA di Roma guidate da Claudio Locuratolo, venne trovato affetto da rogna e piagato. Poi assenza di cibo, ed acqua stagnante con vermi e topi morti. Il terreno, ove era costretta la povera cagnolina, era di fatto ridotto ad una discarica. Già le Forze dell’Ordine erano state contattate proprio per le gravi alterazioni ambientali.

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